Maria Luisa Pozzi - MioDottore.it

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Mese della Prevenzione: come riconoscere i segnali di un melanoma per una diagnosi precoce

Il melanoma è una delle forme più pericolose di tumore della pelle, ma con una diagnosi precoce, le possibilità di trattamento e guarigione migliorano significativamente. Durante il mese della prevenzione, è fondamentale sensibilizzare e informare su come riconoscere i segnali di un melanoma. Questo articolo ti guiderà attraverso i principali segni a cui prestare attenzione e fornirà consigli pratici per monitorare la tua pelle in modo efficace.

Segnali di allarme del melanoma: asimmetria e bordo irregolare

Uno dei primi segnali di un possibile melanoma è la asimmetria di un neo o una macchia sulla pelle. Se tracci una linea immaginaria attraverso il centro del neo e le due metà non sono speculari, questo potrebbe essere un segnale d’allarme. Un altro elemento critico è il bordo irregolare. I melanomi spesso hanno bordi frastagliati, irregolari o mal definiti, a differenza dei nei benigni che tendono ad avere bordi lisci e regolari.

Attento al colore variabile, Il colore di un melanoma può variare notevolmente. Un neo che presenta una combinazione di colori diversi come marrone, nero, rosso, bianco o blu può indicare un problema. Nei benigni solitamente sono di un unico colore uniforme. Se noti variazioni cromatiche in un neo, è importante consultare un dermatologo per un controllo approfondito.

Diametro e evoluzione esponenziale sono un altro segnale di un possibile melanoma. Nei che sono più grandi di 6 millimetri (circa le dimensioni di una gomma da matita) meritano una particolare attenzione. Tuttavia, è importante considerare anche l’evoluzione di un neo. Un neo che cambia forma, colore, dimensione o inizia a sanguinare o prudere nel tempo deve essere esaminato da un dermatologo. L’evoluzione è uno dei fattori chiave nella diagnosi precoce del melanoma.

Importanza dell’autoesame della pelle: come eseguire un autoesame

Eseguire regolarmente un autoesame della pelle può aiutarti a individuare precocemente eventuali cambiamenti sospetti.

Per fare ciò, trova un ambiente ben illuminato e utilizza uno specchio per controllare ogni parte del tuo corpo, inclusi aree difficili da vedere come la schiena, il cuoio capelluto, sotto le unghie e le piante dei piedi. Usa uno specchio a mano per aiutarti a controllare le aree posteriori.

  • Testa e viso: controlla il cuoio capelluto, dietro le orecchie e il collo.
  • Braccia e mani: esamina la parte anteriore e posteriore delle braccia, sotto le ascelle e tra le dita.
  • Torace e addome: non dimenticare di controllare sotto il seno.
  • Schiena e glutei: utilizza uno specchio per controllare la schiena e i glutei.
  • Gambe e piedi: esamina la parte anteriore e posteriore delle gambe, i piedi, le piante dei piedi e tra le dita dei piedi.

Esegui un autoesame della pelle almeno una volta al mese. Questo ti aiuterà a familiarizzare con i tuoi nei e macchie cutanee e a notare qualsiasi cambiamento sospetto rapidamente. La prevenzione e la consapevolezza sono le chiavi per una diagnosi precoce.

Consultare un dermatologo: quando consultare un dermatologo

Se noti qualsiasi cambiamento sospetto nella tua pelle, è fondamentale consultare un dermatologo il prima possibile. Anche se un neo non sembra immediatamente preoccupante, è meglio essere prudenti e farlo esaminare da un professionista. I dermatologi sono in grado di utilizzare strumenti specifici, come il dermatoscopio, per esaminare i nei in modo più dettagliato.

Oltre agli autoesami mensili, è consigliabile programmare visite dermatologiche regolari, specialmente se hai una storia familiare di melanoma o se hai molti nei. Le visite annuali sono generalmente sufficienti, ma il dermatologo può consigliare una frequenza maggiore se ritiene che sia necessario un monitoraggio più attento.

Proteggere la pelle dal sole: uso di creme solari

La prevenzione del melanoma inizia con una protezione adeguata dai raggi UV. Utilizza una crema solare ad ampio spettro con un SPF di almeno 30 ogni giorno, anche nei giorni nuvolosi. Applica la crema solare su tutte le aree esposte della pelle e riapplicala ogni due ore, o più frequentemente se sudi o nuoti.

Indossare abiti protettivi è un altro modo efficace per prevenire i danni solari. Utilizza indumenti a maniche lunghe e cappelli a tesa larga per proteggere il viso e il collo. Gli occhiali da sole con protezione UV sono essenziali per proteggere gli occhi e la pelle delicata intorno ad essi.

Evitare l’esposizione solare intensa in spiaggia, cerca di evitare l’esposizione al sole durante le ore più calde della giornata, generalmente dalle 10:00 alle 16:00. Se devi stare all’aperto, cerca di rimanere all’ombra il più possibile.

Il Mese della Prevenzione è un’opportunità importante per educare e sensibilizzare sulle misure preventive contro il melanoma. Riconoscere i segnali di allarme come l’asimmetria, i bordi irregolari, il colore variabile, il diametro e l’evoluzione dei nei è fondamentale per una diagnosi precoce. Esegui regolarmente un autoesame della pelle e consulta un dermatologo se noti qualsiasi cambiamento sospetto.

Proteggi la tua pelle dai danni solari utilizzando creme solari ad ampio spettro, indossando abbigliamento protettivo e limitando l’esposizione al sole. Ricorda, la prevenzione è la chiave per mantenere la tua pelle sana e ridurre il rischio di melanoma. Prenota una visita con il dermatologo Pozzi per un controllo professionale e personalizzato. La tua salute della pelle merita attenzione e cura continua.

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Cibi Ricchi di Collagene: Supportare l’Elasticità e la Tonicità della Pelle

Un bel viso è uno dei primissimi biglietti da visita. Oltre la piacevole estetica si cela generalmente un buono stato di salute dell’epidermide.

Oggi in commercio si trovano prodotti di ogni tipo per la cura della pelle, con lo scopo di distenderla e cancellare i segni del tempo: la maggior parte delle creme e dei sieri in vendita sono a base di acido ialuronico e, soprattutto, di collagene, la preziosa proteina che rappresenta la struttura portante di ogni tessuto connettivo e della pelle.

Il modo migliore per fare il pieno di collagene è ricorrere agli integratori e all’alimentazione, consumando cibi amici della pelle.

Che cos’è il collagene

Il collagene è quella proteina presente per il 90% nell’organismo, formata da fibre e da amminoacidi, in particolare la prolina e la glicina, uniti tra loro nelle catene peptidiche. Il collagene è presente in tutti i tessuti connettivi del corpo umano, nei capelli, legamenti, nei vasi sanguigni, nella cartilagine, nei tendini, nelle ossa e soprattutto nella pelle.

Questa proteina si trova infatti nel cuore del derma, ovvero in quello strato cutaneo fibroso e spesso situato appena sotto l’epidermide: nel derma, il collagene, con l’ausilio delle fibre e dell’elastina, agisce come una sorta di forte impalcatura, rendendo così la pelle turgida, tonica, compatta e dall’aspetto più luminoso, con le rughe minimizzate.

Il collagene, dunque, aiuta a:

  • ridurre la secchezza della cute
  • migliorare la qualità generale del derma, rendendolo più elastico e tonico soprattutto nelle persone più anziane
  • ridurre i segni del tempo, soprattutto le rughe incipienti
  • migliorare l’idratazione cutanea
  • aumentare la massa muscolare, rafforzandola e migliorandone la resistenza
  • contrastare l’insorgenza dell’osteoartrite
  • rinforzare i capelli e le unghie

Come integrare il collagene

Tuttavia con il passare degli anni la sintesi del collagene diminuisce sempre più, con gravi ripercussioni sulla salute generale e su quella della pelle in particolare: si stima che dai 25 anni in poi la quantità di collagene diminuisce ogni anno dell’1%, mentre nei 5 anni successivi la menopausa la carenza arrivi addirittura al 30%.

Quando le riserve di questa preziosa proteina diminuiscono, cominciano ad affacciarsi i primi dolori osteoarticolari, le unghie diventano più fragili e i capelli diventano più deboli e soggetti alla caduta, ma soprattutto la pelle appare invecchiata, più rugosa, più sottile e meno tonica, con un colorito spento.

Non è però solo il passare del tempo a causare la perdita di collagene, ma anche le cattive abitudini adottate nel tempo, come fumare o esporsi al sole senza adeguata protezione dai raggi UV. Incidono negativamente anche lo smog, l’inquinamento e un’alimentazione squilibrata, dove c’è un’abbondanza di zuccheri e alcol.

Il collagene ha grandi dimensioni micolari ed è difficile da assorbire tramite creme o sieri, tranne nel caso del collagene idrolizzato che viene enzimaticamente processato al fine della sua frammentizzazione. Differenti sono i peptidi di collagene, che sono invece frammenti microscopici facilmente assimilabili dall’epidermide.

L’alimentazione, affiancata da integratori a base di collagene, è il modo più immediato per fare il pieno di questa proteina amica della pelle.

I cibi ricchi di collagene

La carne, bianca, rossa o di maiale, abbonda di collagene non tanto nelle sue parti più magre ma in quelle più fibrose e ricche di tessuto connettivo. Per quanto riguarda il pollo, è bene preferire le sovracosce e le cosce, comprese di cartilagini e di pelle. Un ottima idea è poi quella di preparare un brodo di pollo, che si arricchisce di amminoacidi del collagene e di acido ialuronico, oppure di ossa midollari. Anche la coda di bue è molto ricca di collagene: il modo migliore per gustarla è preparare una delle ricette della tradizione italiana, ossia la coda alla vaccinara.

Pesce come sardine, tonno, anguilla, sgombro e soprattutto salmone contengono collagene nella polpa ma anche nelle spine e nella pelle, consumata in Giappone arrostita come un salutare snack.

Si tratta tutti di alimenti ricchi di acidi grassi Omega-3, che prevengono la rottura delle fibre del collagene e di zinco (presente anche nelle ostriche), fondamentale nell’attivazione della sintesi della proteina. Anche i gamberi sono un’ottima fonte di collagene, presente però soprattutto in guscio e zampe, da sgranocchiare il più possibile ma con attenzione.

Per favorire la rigenerazione costante del collagene nell’organismo è importante consumare il latte e i suoi derivati, dove non manca la presenza degli amminoacidi glicina e prolina, abbondanti anche nell’albume d’uovo.

Tra i frutti da preferire per garantire la tonicità e l’elasticità della pelle vi sono l’avocado, dalle proprietà antiossidanti e ricco di quella proteina E che contrasta la perdita del collagene, il kiwi, ricco di vitamine C, A ed E fondamentali per la bellezza dell’epidermide e i frutti rossi: fragole, more, mirtilli e lamponi sfruttano il potere antiossidante del licopene che stimola anche la produzione di collagene.

Per quanto riguarda le verdure e gli ortaggi, si consiglia l’abbondante consumo di pomodori e peperoni rossi ricchi anch’essi di licopene ma anche di vitamina C, di verdure a foglia verde e di patate dolci.

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Identificare le allergie cutanee: segnali e sintomi

Le allergie cutanee possono manifestarsi in vari modi, rendendo importante la capacità di riconoscerne i sintomi per poter intervenire prontamente. Le reazioni allergiche sulla pelle includono comunemente rossore, prurito, gonfiore ed eruzioni cutanee. Altri segnali possono essere la comparsa di bolle, desquamazione e persino vesciche. Spesso, queste reazioni si presentano subito dopo il contatto con l’allergene, ma in alcuni casi possono manifestarsi anche ore o giorni dopo.

È fondamentale prestare attenzione alla comparsa improvvisa di sintomi dopo l’uso di un nuovo prodotto per la pelle, l’assunzione di un farmaco o l’esposizione a determinati alimenti o piante. In questi casi, cerca di ricordare cosa hai usato o mangiato di recente per aiutare a individuare la causa.

Inoltre, alcune allergie cutanee possono presentarsi come dermatite da contatto, una condizione in cui la pelle sviluppa un’infiammazione a seguito del contatto diretto con una sostanza irritante o allergenica. Questo tipo di dermatite può causare arrossamento, prurito intenso e, in casi gravi, la formazione di bolle dolorose.

Gestire le reazioni allergiche sulla pelle

Primo intervento e cura

Quando noti una reazione allergica sulla pelle, la prima cosa da fare è interrompere l’uso del prodotto o evitare il contatto con l’allergene sospetto. Lavare delicatamente l’area interessata con acqua tiepida e sapone neutro può aiutare a rimuovere eventuali residui di allergene. Applicare una crema idratante senza profumo può alleviare il prurito e ridurre l’irritazione.

Per ridurre il gonfiore e il prurito, puoi utilizzare creme al cortisone da banco o prendere un antistaminico per via orale, seguendo sempre le indicazioni del farmaco. Se la reazione è grave o persiste, è importante consultare un dermatologo per un trattamento più specifico. In alcuni casi, potrebbe essere necessario utilizzare farmaci prescritti come corticosteroidi topici più potenti o, per reazioni sistemiche, corticosteroidi orali. Questi trattamenti aiutano a ridurre l’infiammazione e alleviare i sintomi in modo più efficace. Per le allergie gravi, come l’angioedema o l’anafilassi, è indispensabile cercare immediatamente assistenza medica urgente.

Prevenzione e consigli pratici

La prevenzione è la chiave per gestire le allergie cutanee a lungo termine. Prima di utilizzare un nuovo prodotto per la pelle, è consigliabile fare un test su una piccola area per verificare eventuali reazioni allergiche. Evita prodotti con fragranze forti e coloranti, poiché sono noti per causare irritazioni.

Mantieni la pelle ben idratata, soprattutto durante i cambi di stagione, quando è più suscettibile a irritazioni. Indossa abiti in fibre naturali come cotone e lino, che permettono alla pelle di respirare e riducono il rischio di reazioni allergiche. L’uso di detergenti delicati e senza profumo per il bucato può anche prevenire irritazioni cutanee.

Un altro consiglio utile è monitorare l’esposizione al sole. La pelle allergica può essere più sensibile ai raggi UV, quindi applica sempre una crema solare con un alto fattore di protezione e indossa abiti protettivi quando sei all’aperto. Evita l’uso di prodotti contenenti alcool o ingredienti aggressivi, che possono seccare ulteriormente la pelle e aumentare la predisposizione alle reazioni allergiche.

Consulta la dermatologa Pozzi

Se soffri di reazioni allergiche cutanee frequenti, prenotare una visita con la dermatologa Pozzi può fare la differenza. Con un’analisi approfondita della tua pelle e dei tuoi sintomi, potrai ottenere una diagnosi precisa e un piano di trattamento personalizzato.
Prenditi cura della tua pelle e non sottovalutare mai i sintomi di un’allergia cutanea. Intervenire tempestivamente è il primo passo verso una pelle sana e priva di irritazioni. Ricevere consigli professionali e seguire un trattamento adeguato può migliorare notevolmente la qualità della tua vita e prevenire future reazioni allergiche.

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La Cura della Pelle durante la Gravidanza: Cosa Sapere e Cosa Evitare

Durante la gravidanza noterai molti cambiamenti nel tuo corpo e la tua pelle non verrà risparmiata; come averne cura senza nuocere al nascituro è cruciale per la tua bellezza come donna e come mamma.

A causa della variazione degli equilibri ormonali e chimici tipici della dolce attesa, anche la reazione ai tuoi prodotti preferiti può cambiare, spingendoti a impiegarne tipi più “soft” e, soprattutto, più sicuri per il tuo bambino.

La cura della pelle in gravidanza

Come futura mamma sei circondata da un’aura di splendore e felicità, ma la salute del piccolo deve essere salvaguardata anche quando ti prendi cura della pelle.

Per questo, è necessario conoscere quegli ingredienti che fanno parte della costituzione del cosmetico e che possono essere pericolosi o considerati tali.

Premesso che è essenziale rivolgersi a un professionista del settore come la dermatologa Pozzi, per essere certa di non sbagliare nella scelta della giusta composizione, ti offriamo una panoramica di quegli elementi che non dovrebbero essere presenti nella preparazione del prodotto.

Gli elementi cosmetici da non usare se sei in stato interessante

Quindi, cosa evitare nella cura della pelle durante la gravidanza?

I retinoidi, ingredienti sempre presenti nelle creme antietà idratanti e in quelle usate in caso di acne, problemi della pigmentazione e psoriasi; la loro particolarità risiede nell’agevolare e accelerare il rinnovamento della cute grazie alle proprietà della vitamina A che contengono in alta concentrazione.

È proprio questa caratteristica a portare gli esperti a considerarli non adatti all’uso in gravidanza, perché alcuni studi scientifici ne hanno evidenziato gli effetti dannosi per il feto, esattamente come la loro versione orale, nota per essere causa di anomalie nella sua crescita.

Quindi, se sei solita usare una preparazione che contiene un retinoide, è meglio cercarne una che ne sia priva: infatti i medici consigliano molta cautela nella loro assunzione in questo periodo molto delicato della tua vita e di quella del piccolo.

Gli idrossiacidi hanno nell’acido salicilico il loro rappresentante più comune ed è quello che è stato studiato più approfonditamente in caso di gravidanza e il risultato di queste analisi dimostra che se usi detergenti, esfolianti e tonici che lo contengono, devi prestare molta attenzione alla frequenza e alla quantità con cui li utilizzi per evitare complicazioni; in particolare, se vuoi sottoporti al peeling, parlane prima con un dermatologo, come la Dottoressa Pozzi, che saprà come agire in tutta sicurezza per il nascituro.

L’idrochinone è il componente principale dei prodotti per schiarire la pelle e trattare anomalie come il melasma, la presenza di macchie grigie o marroni sulla pelle, e che non deve essere usato in gravidanza; ma tranquilla, perché esistono trattamenti alternativi, come quello con alfa idrossiacido (AHA) e, comunque, il dermatologo saprà trovare una soluzione ad-hoc per te.

I componenti cosmetici ritenuti sicuri in gravidanza

Quali sostanze, invece, sono considerate sicure se sei in stato interessante?

I depilatori, quei prodotti che eliminano chimicamente i peli o ne ritardano la crescita, li puoi impiegare senza preoccupazioni, se però, dovessi manifestarsi una reazione allergica mai avuta in passato, parlane con il dermatologo.

I filtri solari ti proteggono quando sei in spiaggia, anche perché aspettare un bambino non significa rinunciare a una bella giornata di mare, o quando sei esposta al sole durante le normali attività giornaliere; tuttavia, essi non devono contenere l’ossibenzone, poiché, secondo uno studio dell’ACOG – American College of Obstetrician and Gynecologists del 2019, assorbito attraverso la pelle può interferire con lo sviluppo del feto.

In generale, cosa devi sapere sulla cura della pelle in gravidanza

Come detto in precedenza, devi evitare quelle preparazioni, siano esse creme steroidee, anticellulite, cosmetici o qualsiasi altro prodotto a uso topico, cioè locale, che hanno tra i componenti retinolo, acido salicilico o sostanze chimiche che agiscono sul sistema endocrino.

Tuttavia, la consulenza di un professionista è sempre necessaria poiché sono molte le sostanze chimiche impiegate nella realizzazione delle varie preparazioni esistenti, anche da banco; qui entra in gioco la dermatologa Pozzi, che ti indicherà come prenderti cura della pelle abbracciando allo stesso tempo il tuo bambino.

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Micosi del cuoio capelluto: Approcci terapeutici e consigli per la cura

Macchie rossastre e pelle squamosa sul capo? Se vedi questo, è probabile che ti trovi davanti a un caso di micosi del cuoio capelluto, un disturbo piuttosto fastidioso che può colpire bambini e adulti ed è causato da funghi dermatofiti, microrganismi che considerano il loro ambiente ideale la base dei capelli, anche se possono svilupparsi in altre zone del corpo.

Micosi del cuoio capelluto: cos’è

Tutto parte dalla predilezione che i funghi dermatofiti hanno per la cheratina, la proteina che forma i capelli, i peli e le unghie, e di cui si nutrono vivendo nella parte più superficiale della pelle.

La loro azione produce conseguenze di diversa portata a seconda della tua risposta immunitaria, ma in genere si manifesta con la presenza di pruriti, rossore, piccole croste e, in casi particolari, con una limitata e temporanea caduta dei capelli, l’alopecia.
Se dovessi accorgerti di questi sintomi, l’ideale è, innanzitutto, giungere a una diagnosi precisa del problema con l’aiuto di un dermatologo, per poter intervenire in modo efficace e risolvere il problema in tempi brevi.

Cosa innesca la micosi del cuoio capelluto

La Tinea Capitis, altro modo per chiamare lo stesso disturbo, può essere generata dalla presenza di più tipi di funghi superficiali, ma la loro azione è favorita da alcune condizioni comuni: stress, caldo umido e alterazione delle difese immunitarie.

Alcune abitudini che potresti avere nella vita di tutti i giorni, come la condivisione di asciugamani in famiglia o in palestra con i quali avvolgi i capelli, così come il lasciarli bagnati per troppo tempo anche se in estate questo è difficile, pensando anche al refrigerio che si prova favoriscono l’insorgere dell’attività micotica.

Inoltre, se utilizzi prodotti cosmetici per i capelli, come maschere, lacche e gel, devi sempre pulirli accuratamente insieme alla cute sottostante, dove si annidano i funghi e che devi sempre tenere ben asciutta.

Come curare la Tinea Capitis

Il consiglio di un nel campo, come la dermatologa Pozzi, è la soluzione che devi sempre preferire a un approccio “fai da te”, poiché la diagnosi e la cura della dermatomicosi del cuoio capelluto passano attraverso un’approfondita e accurata visita medica, supportata da esami clinici o colture su alcuni campioni.

L’impiego della lampada di Wood è un buon metodo per comprendere quale tipo di fungo ti sta causando il disagio, ed è su questo, oltre che sulla sua estensione, il professionista sceglie la terapia, che può essere topica, con l’uso di creme, lozioni o shampoo antimicotici; oppure sistemica, per mezzo dell’assunzione di farmaci a uso orale specifici per il tipo di infezione.
A seconda della gravità del caso, il dermatologo può decidere per un approccio terapeutico su due fronti, unendo le due soluzioni precedenti.

Consigli generici per trattare la micosi del cuoio capelluto

Il suggerimento principale che ci sentiamo di offrirti in caso di Tinea Capitis è quello di rivolgerti a un professionista come la dermatologa Pozzi, poiché un approccio generico non farebbe altro che allungare il tempo in cui, sul cuoio capelluto, sentirai prurito e vedrai arrossamenti, gonfiori e crosticine, con tutti i disagi che derivano da queste manifestazioni.

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Riconoscere e Trattare il Tuo Tipo di Pelle

Se conosci il tipo di pelle che possiedi, riesci a nutrirla e proteggerla al meglio scegliendo i prodotti più adatti. Nonostante le difficoltà che comporta determinarlo, vale la pena investire un po’ del tuo tempo in questa ricerca per avere la certezza di una pelle brillante, sempre giovane ed elastica.

Come capire che tipo di pelle hai

La certezza del tipo di pelle che possiedi te la può dare solo un dermatologo come la Dottoressa Pozzi, che impiegherà test clinici di provata efficacia per determinarne la natura.

Se desideri un metodo casalingo, puoi usare quello del viso nudo o del panno assorbente, ambedue di provenienza orientale.

  • 1. Metodo del viso nudo: Lava il viso con un prodotto delicato, attendi mezz’ora e osserva l’aspetto della tua cute:

– Se appare lucida, hai il tipo grasso.

– Se è tesa, è secca.

– Se è lucida solo in zone come il mento, la fronte e le guance (zona T), è mista.

– In assenza di questi aspetti, appartiene alla tipologia normale.

  • 2. Metodo del panno assorbente: Pulisci il volto e osserva la quantità di sostanza oleosa rimasta sul panno. Più olio vedi, più grassa è la pelle. Ricorda che questi metodi sono approssimativi e non possono sostituire la valutazione di un esperto.

I Tipi di Pelle che Puoi Avere

Sebbene sia difficile capirne la tipologia, la tua pelle può essere normale, grassa, secca, mista o sensibile. Ciascuna di esse ha necessità differenti in termini di protezione e nutrizione.

  • Pelle Normale: Ha un equilibrio che la rende non soggetta a tensioni, untuosità, sfoghi e desquamazione. Caratterizzata da pori piccoli e superficie liscia, deve essere curata per mantenere idratazione ed elasticità innate.
  • Pelle Grassa: Appare lucida e untuosa a causa dell’eccesso di sebo. L’AAD (American Academy of Dermatology) la collega a una minore propensione alla rugosità ma maggiore all’acne e ai brufoli.
  • Pelle Secca: Poco elastica, con un aspetto teso, ruvido e opaco. Produce pochi oli naturali, portando a prurito e arrossamenti.
  • Pelle Mista: Presenta caratteristiche della pelle grassa in alcune zone e della pelle secca o normale in altre.
  • Pelle Sensibile: Tutti i tipi di pelle possono essere sensibili, mostrando vulnerabilità agli agenti esterni.

Come Trattare i Vari Tipi di Pelle

  • Pelle Grassa: Usa detergenti delicati per rimuovere il sebo in eccesso e creme idratanti non comedogene a basso contenuto di oli per prevenire punti neri.
  • Pelle Secca: Utilizza creme idratanti e lenitive per ridare equilibrio alla cute e proteggerla durante le attività giornaliere. Evita profumi e prodotti a base di alcol.
  • Pelle Mista: Differenzia i prodotti in base alla zona di applicazione, seguendo le indicazioni per pelle grassa e secca.
  • Pelle Sensibile: Pulisci la pelle con preparazioni non aggressive, possibilmente neutre, e proteggila con creme specifiche, scegliendo in base alle allergie personali.

Puoi Determinare da Sola il Tipo di Pelle o è Meglio un Dermatologo?

Solo uno specialista come la dermatologa Pozzi può essere veramente efficace nel determinare il tipo di pelle che possiedi e consigliarti come detergerla e mantenerla in buona salute.

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La corretta cura dei capelli dei più piccoli: Guida dermatologica al lavaggio dei capelli per bambini e neonati

Lavare in modo corretto i capelli dei bambini è essenziale per mantenere in salute il cuoio capelluto e prevenire problemi dermatologici. Anche se per alcuni piccoli l’esperienza può essere sgradevole, è fondamentale seguire pratiche adeguate per garantire il loro benessere cutaneo.

L’importanza del lavaggio dei capelli nei neonati e nei bambini

Per i bambini, il momento del bagnetto è spesso divertente. Questo può essere sfruttato per rendere il lavaggio dei capelli meno stressante, riducendo il rischio di pianti e strilli. Un lavaggio regolare e corretto aiuta a prevenire condizioni dermatologiche comuni nei più piccoli, come la dermatite seborroica (crosta lattea) e le irritazioni cutanee.

Preparare il bagnetto: un ambiente confortevole

Prima di iniziare il lavaggio dei capelli, prepara un bagnetto caldo con la temperatura dell’acqua adeguata alle preferenze del bambino. Aggiungi i suoi giocattoli preferiti per distrarlo e rendere l’esperienza più piacevole. Associare un momento sgradevole come il lavaggio dei capelli a uno piacevole come il bagno può aiutare il bambino ad accettare meglio l’acqua sulla testa.

Scelta dello shampoo: criteri dermatologici

È fondamentale utilizzare uno shampoo specifico per neonati e bambini, privo di sostanze chimiche irritanti. Scegli prodotti etichettati come “senza lacrime” e dermatologicamente testati per evitare irritazioni agli occhi e alla cute. Leggi attentamente le etichette per assicurarti che non contengono allergeni comuni o agenti aggressivi.

La tecnica corretta per insaponare e risciacquare i capelli

  • Bagnare i capelli: Utilizza una piccola tazza per versare acqua tiepida sui capelli del bambino, proteggendo gli occhi con la mano per evitare che l’acqua vi entri direttamente.
  • Insaponare il cuoio capelluto: Applica una piccola quantità di shampoo sul cuoio capelluto, iniziando dalla nuca e procedendo verso la fronte. Massaggia delicatamente con la punta delle dita, senza esercitare troppa pressione, per non irritare la cute.
  • Risciacquare accuratamente: Rimuovere la schiuma e i residui di shampoo passando la mano bagnata sulla testa o versando acqua come fatto in precedenza. Un risciacquo accurato è cruciale per evitare irritazioni del cuoio capelluto, anche con prodotti delicati e anallergici.

Asciugatura dei capelli: metodi delicati

Quando asciughi i capelli del bambino, tampona delicatamente con un asciugamano morbido, evitando di strofinare. Se i capelli sono lunghi e si formano nodi, usa una spugna morbida o un pettine a denti larghi per districarli con cura. Evita di tirare i capelli, per non danneggiare il cuoio capelluto.

Frequenza del lavaggio dei capelli

Nel primo mese di vita, è sufficiente lavare i capelli del neonato tre o quattro volte alla settimana, insieme al bagnetto. Questo aiuta anche a rimuovere la crosta lattea, che di solito scompare entro il terzo mese. Successivamente, lavare i capelli ogni giorno è consigliabile per mantenere il cuoio capelluto pulito e prevenire irritazioni.

Per concludere

Seguendo questa guida dermatologica, potrai garantire al tuo bambino un’esperienza positiva durante il lavaggio dei capelli, contribuendo al benessere del suo cuoio capelluto. Se hai dubbi sui prodotti da usare o vuoi monitorare la salute della cute del tuo bambino, richiedi informazioni, sarò lieta di offrirti consigli utili e professionali.

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Allergia al Nickel: Segni e Sintomi da Conoscere

Come individuare prontamente l’allergia al nickel

Nel momento in cui sorge il dubbio di stare sviluppando una allergia, si rivela indispensabile agire il prima possibile, onde evitare di peggiorare la situazione. Ciò vale a maggior ragione per le reazioni allergiche collegate agli elementi più diffusi, come ad esempio il nickel, che si trova in molti oggetti di uso quotidiano, tra i quali sono compresi non solo oggetti come anelli e orecchini, ma anche altri elementi metallici, bensì anche nelle formulazioni cosmetiche.

All’interno di questo approfondimento avrai modo di scoprire quali sono i principali sintomi che dovrebbero destare la tua attenzione, nonché alcuni suggerimenti utili per risolvere la situazione in maniera ottimale.

Come si sviluppa un’allergia al nickel?

L’allergia al nickel costituisce una reazione estrema da parte del sistema immunitario nei confronti di una sostanza che viene percepita non solo come estranea, bensì anche pericolosa.

La grande diffusione del nickel negli oggetti di uso quotidiano, soprattutto in quelli che vengono maggiormente a contatto con la pelle, può essere spesso tra le cause che portano alla comparsa e al rafforzamento dell’allergia. Il contatto con il nickel è dunque l’atto responsabile della comparsa dei sintomi, i quali possono manifestarsi a qualsiasi età, ma tendono sempre a farlo a seguito di un’esposizione ripetuta oppure prolungata nel tempo.

Gli oggetti che contengono nickel sono davvero numerosi, basti pensare ad esempio a orecchini e orologi, ma anche alle chiavi e alle superfici con le quali potresti venire spesso a contatto durante la routine di tutti i giorni. Oltre a essere presente all’interno di elementi metallici, il nickel si trova all’interno di molte formulazioni per l’opzione di detergenti e dei prodotti per il make-up.

Per questo motivo sono sempre più numerose le aziende che hanno iniziato a specificare l’assenza di nickel come un elemento importante da comunicare al consumatore prima dell’acquisto. Nonostante esistano delle metodologie per ridurre il disagio provocato dai sintomi, è fondamentale notare che quando l’allergia compare molto probabilmente non potrà poi essere eliminata del tutto.

Quali sono i principali segni della comparsa dell’allergia al nickel?

La dermatite da contatto si manifesta con eruzioni cutanee di varia entità, che molto spesso provocano fastidiose sensazioni di prurito. Gli altri sintomi non collegati alla dermatite possono manifestarsi a livello gastrointestinale, con dolori all’addome e afte in bocca, così come urinari, con bruciore e cistiti e infine ginecologici con perdite. Inoltre, l’allergia può produrre una sensazione di stanchezza generale non ben identificata.

Pur non esistendo una linea generale valida per tutti i soggetti, tali sintomi tendono a comparire al massimo entro i due giorni successivi all’esposizione. Qualora non vengano correttamente identificati, nei casi peggiori possono prolungarsi anche molto a lungo, soprattutto se la causa non viene individuata e l’esposizione si ripete. Gli sfoghi cutanei possono essere circoscritti alle zone che sono venute maggiormente a contatto con il metallo, quindi ad esempio nel caso dei detergenti la pelle del viso. Tuttavia, sempre più spesso accade che la dermatite tenda ad estendersi anche ad altre zone del corpo. In concomitanza con la sensazione di prurito, la cute può assumere un colore rossastro e seccarsi.

Nelle situazioni caratterizzate da maggiore severità, quelle che appaiono come bruciature potrebbero infiammarsi e espellere un liquido, in presenza di un quadro ormonale complesso.

Cosa fare quando compaiono i sintomi da allergia al nickel?

Quando lo sfogo cutaneo fa la sua prima comparsa è fondamentale contattare uno specialista, che si adopera immediatamente per effettuare una corretta diagnosi e soprattutto per individuare la terapia ottimale per risolvere la problematica.

Non è assolutamente consigliabile agire con strategie fai da te oppure limitarsi a ridurre l’utilizzo di oggetti in nickel, per quanto quest’ultimo passaggio sia comunque consigliato, perché ogni paziente presenta delle peculiarità che devono essere analizzate da un professionista.

Oltre ad effettuare il test del patch con il nickel e procedere poi alla valutazione minuziosa dei dati, il dermatologo si occupa di studiare una terapia che può includere diversi elementi. Dalle tradizionali creme a base di cortisone fino agli antistaminici e in alcuni casi alla fototerapia: a seconda della specifica situazione il giusto mix può essere composto da soluzioni applicabili a livello topico, così come da medicinali da assumere invece per via orale.

Per individuare in maniera inequivocabile un’eventuale allergia al nickel, pur ai primi stadi, è molto importante agire dunque in modo tempestivo.

Se sospetti di aver sviluppato un’allergia al nickel, non esitare a contattarmi, così che possa aiutarti in modo concreto a risolvere il problema in modo rapido ed efficace.

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Acne tardiva da stress

Acne tardiva da stress: come combattere i brufoli causati dallo stress

Una volta lasciati alle spalle gli anni dell’adolescenza, che per le persone con le pelli grasse e miste spesso comporta una lotta costante con i brufoli, si tende a pensare che l’acne non sia che uno spiacevole ricordo. Tuttavia, sono molteplici i casi nei quali gli antiestetici e talvolta anche dolorosi brufoli possono fare nuovamente capolino, come ad esempio a causa dello sfregamento con sciarpe o mascherine.

Una delle motivazioni più frequenti per i brufoli che si manifestano in età adulta è senza alcun dubbio lo stress. All’interno di questo approfondimento potrai scoprire quali sono i modi migliori per contrastare la ricomparsa dell’acne tardiva, agendo alla fonte del problema, così come a livello topico.

I brufoli fuori tempo: segnali dello stress in età adulta

La pelle mostra immediatamente quando qualcosa ci turba. Il rilascio di ormoni, tra cui il cortisolo, influisce direttamente sulle ghiandole sebacee, acuendo la tendenza delle pelli miste e grasse. Dal punto di vista nervoso, inoltre, una persona stressata tende a cercare di rilasciare l’ansia insistendo sulle impurità e peggiorando di conseguenza l’infiammazione.

Quando si è sotto pressione per un esame, non si riesce a dormire oppure si è preoccupati per un familiare, la pelle sfoga attraverso la comparsa dei brufoli un disagio a livello emotivo. Nell’organismo umano l’epidermide rappresenta l’organo più esteso e in quanto corazza protettiva e al tempo stesso elemento più esposto offre un riflesso veritiero delle nostre condizioni di salute.

Nel momento in cui una persona è sottoposta a elevati livelli di stress può trovarsi anche in età adulta a dover combattere con la comparsa di brufoli o acne diffusa. A differenza dell’acne tradizionale i brufoli causati dallo stress tendono a essere di dimensioni minori, in quanto non strettamente connessi a un quadro ormonale. L’acne tardiva di questo tipo, inoltre, tende a presentarsi ugualmente sia sugli uomini sia sulle donne, concentrandosi come spesso accade per durante l’adolescenza nella cosiddetta zona a T, ovvero quella che collega la fronte con il mento.

Una vita meno impegnativa: agire sulle cause dell’acne tardiva

Sono numerosi i fattori che portano a un aumento dei livelli di quella preoccupazione che sfocia poi nell’acne tardiva. Dal lavoro che mette sotto pressione a una gestione complicata degli impegni familiari, passando per stati emotivi poco piacevoli: nel termine stress sono comprese tante sfumature uniche per ciascun individuo.

Ecco perché per combattere efficacemente l’acne tardiva si deve agire alla base. Ovviamente tutto ciò sembra molto più facile a dirsi che a farsi, perché non esiste una formula magica per ridurre lo stress. Sarebbe infatti più corretto pensare di gestirlo, poiché cercando di eliminare completamente le cause si arriva solo a un maggiore senso di frustrazione. Spesso esistono fattori che non possono essere ignorati, come la malattia di un caro o un periodo intenso dal punto di vista professionale.

Ecco dunque che per contrastare alla radice il problema dell’acne tardiva è necessario anzitutto accettare le situazioni che non possono essere cambiate, evitando invece del tutto quegli elementi che aggiungono stress e preoccupazioni ma non sono necessari. Oltre a riconoscere con attenzione e sincerità i diversi aspetti che aumentano i livelli di stress, è senza dubbio possibile praticare delle tecniche di rilassamento per cercare di tenere sotto controllo lo stress.

Per rilasciare endorfine e migliorare il proprio stile di vita è indispensabile praticare attività fisica, puntando preferibilmente su discipline che collegano corpo e mente come ad esempio lo yoga. Una breve seduta di meditazione con respirazione guidata di dieci minuti può bastare a volte per centrarsi e affrontare i problemi della quotidianità con maggiore lucidità, anche mentre si è in ufficio.

È fondamentale cercare di riposare in modo ottimale, evitando di utilizzare lo smartphone e altri dispositivi digitali prima di coricarsi per non affaticare la vista e riempirsi di stimoli.

Infine, è possibile chiedere il parere di un dermatologo esperto per sapere come detergere la pelle attraverso l’impiego dei prodotti più adatti in base all’età e alle caratteristiche del singolo. La corretta pulizia del viso e le creme riequilibranti per il sebo possono aiutare notevolmente a migliorare l’aspetto della pelle.

Non esitare a contattarmi per prenotare una consulenza e iniziare il tuo percorso verso una pelle più sana e radiosa.

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Herpes genitale

Herpes genitale: sintomi, cause e trattamenti efficaci

Tra le patologie di natura virale che possono colpire la delicata zona genitale, l’herpes può provocare numerosi fastidi. Oltre al fastidio provocato dalle vescicole infiammate, questa infezione rischia di avere conseguenze per le donne in gravidanza e il feto. Vediamo dunque come prevenire, riconoscere e curare l’herpes genitale.

Come si riconosce l’herpes genitale?

Dal punto di vista dei segnali riconosciuti immediatamente, un esame visivo lo stato di infiammazione si presenta con una o più vescicole a livello dei genitali esterni che in alcuni casi arrivano fino alla zona perianale. Al tatto le vescicole appaiono dolorose e creano una sensazione di prurito. Nei casi più gravi, i sintomi possono anche includere febbre, debolezza generale e ingrossamento dei linfonodi inguinali.

In genere l’herpes genitale si indebolisce già dopo un paio di settimane, ma per alleviare i sintomi è meglio agire in modo puntuale con i prodotti consigliati dallo specialista in dermatologia. È importante sottolineare che anche quando si interviene per contrastare il virus, questo non scompare completamente, ma rimane in una fase latente all’interno dei nervi delle zone colpite, continuando a replicarsi senza che l’individuo se ne accorga. Viene invece rimesso in circolo in maniera virulenta quando il sistema immunitario risulta indebolito a causa di un elevato stress sul piano fisico e psicologico, oppure per altre patologie che hanno indebolito l’organismo.

Le lesioni tendono a riaprirsi nella stessa zona in cui è comparsa la prima infezione o nelle zone circostanti. Agendo in maniera tempestiva è possibile limitare il disagio, nonché contenere l’estensione della lesione.

Quali sono le cause che scatenano questa patologia?

L’herpes genitale si trasmette solitamente durante un rapporto sessuale non protetto con una persona già infetta dal virus. Data l’elevata contagiosità dell’herpes, soprattutto quando è in fase attiva, sarebbe importante evitare di avere rapporti in queste fasi.

Tuttavia, ciò non rappresenta una misura sufficiente di profilassi, in quanto il virus può trasmettersi anche durante la fase latente. Nel caso in cui una donna in gravidanza abbia l’herpes vaginale il virus può essere trasmesso anche al feto. Si tratta di un’eventualità da non sottovalutare a causa delle possibili conseguenze. Ecco perché è davvero molto importante evitare di contrarre il virus se possibile. Nell’ottica di ricevere una diagnosi accurata, verificando che si tratti effettivamente di un herpes, gli specialisti effettuano un tampone o un esame del sangue cercando le immunoglobuline che rappresentano il marcatore di un’infezione attiva oppure passata. La prevenzione è fondamentale, motivo per cui quando si nota la comparsa di lesioni a livello dei genitali ci si deve rivolgere a uno specialista che si incarica di riconoscere la natura dell’infezione.

Esistono rimedi efficaci contro l’herpes genitale?

Per trattare i sintomi durante un’infezione attiva, è possibile prendere farmaci specifici su prescrizione medica, che di solito sono efficaci nel contenere la replicazione del virus. Qualora l’individuo sia affetto da altre malattie virali, si rivela ancor più importante contenere le lesioni da herpes genitale e da evitare di attivazione dell’infezione per non compromettere il quadro di salute generale. Per quanto i fastidi non siano insopportabili a livello di sintomatologia su una persona sana, le donne in gravidanza e i soggetti immunodepressi dovrebbero prestare moltissima attenzione alla comparsa e alla diffusione di questa patologia virale.

Se sospetti di avere l’herpes genitale, è fondamentale consultare un medico o uno specialista dermatologo senza esitazione. Un professionista della salute sarà in grado di fornirti la diagnosi corretta e guidarti nel piano di trattamento più adeguato. Non esitare a contattare la Dottoressa Pozzi per ulteriori informazioni e supporto.

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