Biopsia cutanea dermatologica, come funziona?
Quando sulla tua pelle noti qualche imperfezione che non avevi mai riscontrato, è una buona idea sottoporla alla visione di uno specialista affinché possa valutarne natura e pericolosità con una biopsia cutanea dermatologica.
Perché è importante la biopsia cutanea dermatologica?
Le biopsie cutanee sono una parte importante di una diagnosi. Ad esempio, è l’unico modo per un medico per confermare e determinare la gravità di un melanoma ovvero il tipo più grave di cancro della pelle. Una biopsia può anche confermare che un tumore della pelle sia benigno, oppure serve per diagnosticare delle semplici condizioni infiammatorie come ad esempio un’eruzione cutanea correlata ad un farmaco specifico per gli eczemi.
L’asportazione di un lembo piccolissimo di pelle interessata dall’anomala imperfezione è ciò che serve ad un dermatologo per diagnosticarne causa ed eventuali cure. In riferimento a ciò, ecco l’elenco completo di tutti i passaggi necessari per portare a buon fine la diagnosi. I pazienti in genere consultano i dermatologi per molteplici ragioni, inclusa la preoccupazione per una particolare lesione sulla pelle o il peggioramento di un’eruzione cutanea.
Inoltre quelli a rischio di cancro hanno bisogno di sottoporsi ad esami cutanei totali ed eseguiti a intervalli regolari. A volte un paziente può essere indirizzato ad un dermatologo da parte di un medico di base per una competenza più specializzata.
Se hai problemi di pelle il tuo dermatologo lo valuterà durante una visita, facendoti delle domande per sapere da quanto tempo è presente. A seguito di ciò il professionista può poi optare per la suddetta biopsia cutanea dermatologica in base a dei criteri ben delineati. A questo punto è doveroso approfondire il discorso cercando di saperne di più sulla biopsia cutanea.
Per iniziare diciamo subito che questi tipi di esami della pelle comunemente vengono eseguiti in regime ambulatoriale, e dopo aver esaminato l’eruzione cutanea o una lesione al paziente vengono poste domande sulla sua storia. Il dermatologo quindi determina se è necessaria una biopsia cutanea. Nel caso di un’eruzione cutanea viene scelta una lesione fresca ma ben sviluppata, e se è possibile in una zona che non crei problemi estetici. Dopo un esame cutaneo totale, le lesioni più preoccupanti vengono sottoposte a biopsia che può essere eseguita una o due settimane più tardi se la condizione della pelle non è considerata grave o pericolosa per la vita.
L’intervento di biopsia cutanea dermatologica
Il dermatologo prima di iniziare il prelievo di un lembo di pelle provvede ad un’accurata pulizia nella zona interessata, e di solito si utilizzano delle soluzioni fisiologiche atte a svolgere anche un’azione disinfettante. Nell’area della biopsia viene poi iniettato un anestetico come ad esempio la lidocaina allo scopo di intorpidire la zona e con un ago molto sottile. La soluzione di lidocaina contiene spesso adrenalina (per ridurre il sanguinamento) e bicarbonato di sodio (per sminuire la sensazione di bruciore).
Il paziente sentirà quindi soltanto un leggero pizzico dell’ago e un brevissimo bruciore conseguenza proprio dell’anestetico iniettato. Una sensazione di pressione può tuttavia verificarsi anche quando l’anestesia locale viene iniettata in un’area relativamente tesa della pelle, come ad esempio le dita delle mani o dei piedi. Se il paziente è preoccupato per quanto riguarda l’iniezione, un anestetico topico può essere applicato da una a due ore prima della procedura per ridurre i suddetti dolori associati.
Il tipo di biopsia di cui un paziente ha bisogno è determinato dalla dimensione e dalla posizione della lesione, dalla profondità in cui si trova e dalle informazioni ricercate sulla base delle diagnosi più probabili. L’esperienza del dermatologo è fondamentale per prendere tale decisione. A questo punto è importante sapere che i tipi di biopsie cutanee dermatologiche si possono sintetizzare in tre metodi diversi:
- La saucerizzazione: si tratta di una tecnica che viene eseguita se il dermatologo prevede che la malattia o il tumore si estenda nel derma superiore o medio.
- La biopsia del punzone: è una tecnica che coinvolge una lama circolare che assomiglia a un cutter per il taglio dei biscotti che entra nella pelle con un leggero movimento di rotazione.
- La biopsia escissionale: viene eseguita quando si pensa che la malattia o il tumore coinvolgano il derma più profondo e forse il grasso sottocutaneo.
- La biopsia incisionale: a volte il tumore è troppo grande per essere rimosso nella sua interezza per cui una biopsia parziale conosciuta in gergo come incisionale è quella più appropriata.
Il post biopsia cutanea dermatologica
Dopo la biopsia cutanea a casa dovresti prenderti cura della zona trattata. Per accelerare la guarigione, è infatti necessario mantenere umido il sito bioptico applicando un unguento che prevenga la formazione di croste e minimizzi le cicatrici. Un piccolo cerchio di rossore è tuttavia comunemente presente sul bordo ma febbre, brividi, pus o altri dolori significativi possono essere segni di un’infezione anche se si tratta di casi molto rari.
La durata della guarigione varia e dipende dalle dimensioni e dalla profondità della biopsia, dal sito anatomico (la faccia guarisce molto più velocemente della caviglia) e da eventuali condizioni mediche di base che potresti avere. La maggior parte dei tratti cutanei sottoposti a biopsia guarisce entro 2 o 3 settimane.
Il professionista dopo aver ottemperato alla rimozione del lembo di pelle con una delle tecniche di biopsia cutanea dermatologica da lui ritenuta più congeniale, lo invia in un laboratorio di dermatopatologia i cui tecnici specializzati elaborano il tessuto con estrema cura in modo da ottenere la massima informazione.