Maria Luisa Pozzi - MioDottore.it

Autore - Dottoressa Marialuisa Pozzi

macchie della pelle- melasma

Macchie solari della pelle: come proteggersi dal sole per prevenirle

Come spesso si sente dire, i raggi solari sono diventati nel corso degli anni sempre più forti e dannosi, poiché sta venendo meno il filtro naturale dell’ozono a causa dell’inquinamento. Una delle controindicazioni di prendere troppo sole senza una protezione adeguata, è quello di costatare la comparsa delle macchie solari, spesso difficili da debellare e combattere se non prevenute correttamente.

In questo articolo vedremo nel dettaglio di cosa si tratta e come poter intervenire prima e dopo la loro eventuale comparsa.

Cosa sono le macchie solari?

Le macchie solari sulla pelle si manifestano come delle chiazze di diverse dimensioni, che si sviluppano alcune aree del corpo più sensibile ed esposte ai raggi UV, come il volto, il petto e le spalle.

Il colore può essere più o meno intenso e la forma non regolare, partendo da pochi millimetri fino ad arrivare a lesioni di qualche centimetro.

La loro creazione deriva essenzialmente da un’interferenza nel processo di melanogenesi, cioè della sintesi della melanina che viene prodotta a seguito dello stimolo del sole.

Questa tende ad accumularsi maggiormente in alcuni punti, dando quindi una diversa colorazione alla lentigo, da una sfumatura rossastra a una caffellatte, passando per formazioni scure e quasi tendenti al nero.

La distribuzione delle macchie della pelle è uguale sia negli uomini sia nelle donne e tendenzialmente compare nei soggetti più chiari o rossastri, che non utilizzano un adeguato filtro solare o si espongono anche nelle ore più calde senza dare respiro alla cute.

Gli individui che hanno superato i 60 anni d’età sono la fascia più sensibile, soprattutto per quanto concerne la testa, le mani e il petto, vedendo comparire anche macchie di dimensioni estese e molto scure.

Quali sono le tipologie più diffuse?

Le forme più comuni di macchie solari sono i lentigo solari, associate a fototipi chiari e soprattutto a donne che hanno superato i 40 anni di età.

La forma e il colore è molto variabile, ma si riconoscono per un bordo definito rispetto alla zona restante, rimanendo circoscritte in un’area come quella del petto o del naso.

Un secondo tipo sono i melasma, delle iperpigmentazioni di melanina che però sono meno definite rispetto alle macchie solari e si mostrano soprattutto nelle donne in età fertile, accentuate dai raggi solari.

Le cause possono essere gli sbalzi ormonali dovuti alla gravidanza o all’assunzione della pillola anticoncezionale; pertanto, se noti dei segni sull’epidermide e ti trovi in una di queste condizioni valuta tale ipotesi con un medico.

Dovute a cause esterne sono le iperpigmentazioni post infiammatorie, recate ad esempio da una reazione avversa ad alcune creme e profumi, con una conseguente esposizione al sole che non fa altro che peggiorare la situazione.

La stessa può verificarsi a seguito di un qualsiasi trattamento laser, dopo il quale consigliano di stare lontano dal sole per alcuni giorni, così da non mettere sotto pressione la pelle già sollecitata.

I nevi melanocitari, poi, sono delle formazioni benigne e solitamente più piccole e regolari, che si collocano sul volto e possono essere rimosse con diversi specifici trattamenti.

Diverse sono le cheratosi attiniche, che sono delle lesioni rugose e rilevabili al tatto, che tuttavia devono creare un campanello d’allarme poiché possono essere pretumorali e pertanto meritano un controllo medico, al contrario di quelle seborroiche che invece possono essere eliminate in ogni momento con crioterapia e laser.

Infine, la macchia solare più pericolosa è certamente il melanoma, un tumore della pelle che può rimanere silente oppure mostrare dei sintomi visibili come appunto degli accumuli di melanina in alcune zone.

Tali lentigo si possono individuare perché molto scure, isolare rispetto alle altre, dal bordo irregolare e soprattutto mutevole.

Se noti una di queste condizioni, prenota un consulto con uno specialista per valutare per tempo la situazione.

Come prevenire e curare le macchie solari

Per prevenire la formazione di macchie solari, da quelle innocue alle più gravi, il primo suggerimento è di non esporsi al sole nelle ore più calde e in particolare nella fascia che va da mezzogiorno al primo pomeriggio.

Inoltre, qualsiasi sia il momento prescelto, è necessario usare sempre un filtro solare molto alto, da spalmare periodicamente per evitare che acqua e sudore possa vanificarne il risultato.

Se però noti che nonostante le tue accortezze le macchie tendono a presentarsi, esistono vari metodi per eliminarle una volta per tutte.

Il primo e meno invasivo è il peeling, che toglie il primo strato di cellule morte e rigenera la pelle, seguito dal laser, che distrugge l’iperpigmentazione con il calore o la luce pulsata.

Si prosegue con la crioterapia, che utilizza il freddo come modalità per schiarire e polverizzare la macchia, grazie alla presenza dell’azoto liquido che si è mostrato molto efficace nel tempo.

 

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epilazione laser viso

Epilazione laser viso: come funziona e quali zone si possono trattare?

L’epilazione laser è un ottimo rimedio per sbarazzarsi efficacemente e in maniera permanente dei peli superflui presenti sul viso: questo può rappresentare una vera e propria svolta nella vita di moltissime donne, che desiderano liberarsi una volta per tutte della fastidiosa peluria che si forma a livello dei baffetti, o della zona infra-sopraccigliare.

Inoltre, anche per tutte coloro che soffrono di particolari problematiche metaboliche come la Sindrome dell’Ovaio Policistico (PCOS), che spesso porta ad irsutismo (sviluppo eccessivo di peli folti e scuri), eliminare i peli dal viso definitivamente nelle zone di guance e mento può portare ad un notevole miglioramento per ciò che riguarda la loro qualità di vita, l’autostima e la fiducia in sé stesse.

Epilazione laser viso: come funziona?

Per questo trattamento estetico viene impiegato un macchinario a tecnologia laser, in grado di captare la melanina presente all’interno del bulbo pilifero: una volta individuato il bulbo, il raggio colpirà le cellule che lo costituiscono, trasformandole in calore.

Questo porterà alla neutralizzazione ed inattivazione permanente della cavità follicolare pilifera, causando prima la caduta del pelo e poi un arresto nella nuova produzione di peli da parte del bulbo colpito.

Un’operatrice specializzata in epilazione laser imposterà la macchina, personalizzandone i parametri in base al colore della vostra pelle, alla quantità, alla qualità e all’intensità del pelo: trattandosi di un macchinario che reagisce con la melanina, una pelle chiara con pelo scuro è la condizione ottimale per lo strumento, in quanto sarà in grado di individuare con esattezza il bulbo pilifero.

Dopo aver determinato i parametri, verrà applicato sulla pelle un gel protettivo e rinfrescante, in modo da minimizzare la sensazione di calore e pizzicore dovuta all’intervento della luce laser.

Mentre il manipolo è in funzione si potrebbe infatti percepire un leggero pizzicore: è del tutto normale, dal momento che il laser interviene negli strati più profondi del derma.

I vari stadi di crescita e sviluppo dei peli

I peli, esattamente come i capelli, presentano vari stadi di crescita e sviluppo. In particolare, ne riconosciamo 3:

  • Anagen: durante questa fase il bulbo pilifero si trova nella parte profonda del derma. Esso è attivo, le sue cellule proliferano e producono melanina;
  • Catagen: qui, il follicolo pilifero inizia a risalire verso gli strati superficiali del derma, e le cellule che lo compongono iniziano a perdere la loro attività, interrompendo di conseguenza la produzione di melanina. È la fase che precede la caduta del pelo;
  • Telogen: in quest’ultima fase del ciclo vitale del pelo, il bulbo pilifero ormai privo di attività è risalito fino all’epidermide, e il pelo sarà pronto a cadere spontaneamente.

Il laser epilatorio riesce ad intervenire solo sui peli in anagen, in quanto qui il bulbo esprime correttamente la melanina. Normalmente, circa il 20-60% dei peli si trovano in questa fase, per cui la buona riuscita della seduta dipenderà anche da questo: più alta sarà la percentuale di bulbi anagen, più risultati si vedranno.

Quali zone si possono trattare con l’epilazione laser al viso?

Le zone del viso che possono essere trattate con il laser sono molteplici:

  • baffetti;
  • zigomi;
  • mento;
  • guance;
  • zona infra-sopraccigliare;
  • tempie;
  • fronte.

A seguito del trattamento con il laser la pelle del viso potrebbe risultare leggermente arrossata: si raccomanda di non esporsi al sole per 48h dopo il trattamento, e di applicare sempre una crema solare con SPF50+ a prescindere dalla stagione in cui ci si trova.

Dopo il laser, la pelle infatti è molto sensibile, per questo il rischio che possano comparire macchie solari è molto alto.

Quante sedute effettuare con il laser per eliminare definitivamente i peli del viso?

La risposta non può essere univoca, in quanto, come specificato in precedenza, la variabilità biologica svolge un ruolo a dir poco fondamentale: dipenderà infatti da quanti peli si trovano nella fase di crescita, rispetto a quelli presenti in fase di riposo o di caduta.

Inoltre, trattandosi di una zona molto delicata, in cui generalmente la pelle è più sottile, è bene procedere con cautela sul viso, in modo da non creare rossori eccessivi che possano compromettere l’immagine della cliente e predisporla esageratamente a macchie solari.

Va sottolineato che una sola seduta non è mai sufficiente per risolvere il problema: per questo sarà necessario valutare il proprio caso insieme all’operatrice che ci sottoporrà alla procedura, in modo da individuare la strategia più adatta alle proprie esigenze e desideri.

 

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Cheratosi: le diverse tipologie e i rimedi per affrontarla

La cheratosi riguarda un’alterazione della pelle, a livello patologico, ed è generalmente caratterizzata da un ispessimento della cute che assume forma irregolare, dal colore marrone-grigiastro; ci sono dei casi, poi, in cui questo fenomeno si manifesta tramite verruche, con una superficie desquamante e arrossata.

Le differenti tipologie di cheratosi

Sostanzialmente esistono tre differenti tipi di cheratosi della pelle:

  • la cheratosi seborroica, ovvero riguardante le formazioni benigne che variano in base alla forma e al colore e che compaiono specialmente sul volto e sul tronco;
  • la cheratosi attinica o solare, che si manifesta con lesioni in rilievo nella cute; tale fenomeno coinvolge soprattutto quelle persone dalla carnagione chiara, con capelli chiari e occhi azzurri e si localizzano per lo più nel volto, sul décolletée e sul dorso delle mani;
  • la cheratosi pilare, innocua e riguardante le alterazioni della pelle come foruncoli o ispessimenti di vario tipo su braccia, cosce, guance e glutei.

Vediamo qui di seguito, nello specifico, quali sono le cause e i rimedi per ciascuna di queste tipologie di cheratosi.

Cheratosi seborroica

Anche se la cheratosi seborroica della pelle è da considerare una forma tumorale, essa è totalmente benigna; le macchie che compaiono, solitamente, sono in rilievo e tendono a diventare secche, per poi staccarsi completamente.

Sono soprattutto le persone di età avanzata ad essere maggiormente soggette a questa particolare tipologia di alterazione della pelle e i sintomi non sono particolarmente fastidiosi, a meno che queste piccole lesioni non si concentrino su determinate zone che possano dare luogo a prurito o sanguinamento.

Fortunatamente la cheratosi seborroica non è né infettiva e né contagiosa; le cause della cheratosi seborroica possono essere dovute a condizioni di genetica e familiarità, all’età avanzata, ad alterazioni ormonali (specie nelle donne che sono in procinto di entrare in menopausa) o ad esposizioni solari troppo prolungate.

Nel momento in cui ci si accorge di avere queste piccole lesioni della pelle è opportuno recarsi dal proprio dermatologo per ricevere la giusta diagnosi e la relativa cura che, normalmente, non prevede l’asportazione, tranne nei casi in cui tali formazioni comportino parecchio fastidio o che si trovino in zone soggette a sfregamento.

cheratosi-seborroica

Cheratosi attinica

La cheratosi attinica o cheratosi solare è dovuta agli effetti trasmessi da una costante e prolungata esposizione solare; questo fenomeno appare soprattutto dopo i 40 anni e si presenta come una piccola placca ricoperta da croste rossastre.

Le zone in cui queste lesioni compaiono maggiormente riguardano tutte quelle parti del corpo che sono più esposte al sole, come viso, spalle, collo, labbra e così via.

Questa tipologia di cheratosi provoca generalmente fastidio e prurito e si manifesta soprattutto nelle persone con carnagione chiara, capelli biondi e occhi chiari.

Chi fa uso di lampade abbronzanti, si espone costantemente al sole, pratica sport all’aperto o ha soggiornato in paesi tropicali, può essere maggiormente soggetto a questo tipo di fenomeno.

Molto importante, in questi casi, è una buona prevenzione che può aiutare ad evitare forme tumorali maligne.

Occorrerà, dunque, esporsi al sole in orari consoni e in maniera responsabile, proteggendosi con cappelli e creme solari e segnalare immediatamente al proprio dermatologo ogni tipo di escrescenza, protuberanza o lentiggini.

Nel caso in cui lo specialista dovesse riconoscere tale patologia, potrà effettuare una biopsia per sincerarsi che la lesione non sia arrivata già a uno stato tumorale maligno.

cheratosi-attinica

Cheratosi pilare

Tra le varie tipologie di cheratosi, la cheratosi pilare è sicuramente la più diffusa e può colpire sia bimbi che adulti.

Le zone maggiormente interessate da questo disturbo cutaneo sono le cosce, le braccia e, per i bambini, le guance e le tempie.

Anche se si tratta di fenomeni antiestetici, non destano particolare allarme in quanto non sono né pericolosi e né contagiosi. Essi si presentano sotto forma di puntini ruvidi e non comportano fastidi o pruriti di alcun genere.

Le cause che provocano la cheratosi pilare non sono ancora conosciute, ma il dermatologo è comunque in grado di rilevarne la presenza, tramite apposite visite specialistiche.

Non esiste una cura vera e propria per queste formazioni cutanee, che solitamente emergono nei periodi freddi dell’anno, per poi attenuarsi nei mesi più caldi. Generalmente questo fenomeno scompare da solo, soprattutto con l’avanzare dell’età.

cheratosi pilare

Rimedi contro la cheratosi della pelle

Esistono differenti tipi di terapie per combattere le cheratosi della pelle.

Grazie alla crioterapia, sulle macchie cutanee viene spruzzato azoto liquido portando alla formazione di piccole bollicine; dopo alcuni giorni dal trattamento si staccano e cadono, eliminando in questo modo le cheratosi della pelle.

Possiamo successivamente intervenire su una cheratosi di tipo seborroica tramite la diatermocoagulazione nota anche come elettrocoagulazione; si tratta di utilizzare un elettrobisturi che genera corrente elettrica ad alta frequenza, taglia e cicatrizza l’epidermide, eliminando in questo modo la cheratosi.

La terapia con il laser permette di ottenere risultati soddisfacenti. Viene utilizzata soprattutto sulle lesioni localizzate sul volto o sul cuoio capelluto.

Questo tipo di terapia è la più indicata in quanto colpisce in maniera mirata le formazioni, senza provocare alcun danno al tessuto circostante.

Il laser CO2 genera il surriscaldamento della lesione grazie ad un raggio ad anidride carbonica che porta ad ebollizione il contenuto acquoso delle cellule, facendole esplodere selettivamente.

Spesso, non serve nemmeno ricorrere all’anestesia locale durante il trattamento. Inoltre, il laser non lascia cicatrici o segni particolarmente visibili sulla cute.

 

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rimozione tatuaggio

Cosa accade alla nostra pelle dopo aver rimosso un tatuaggio con il laser?

Un tatuaggio è per sempre. Almeno, una volta era così. Oggi, certamente, non è possibile cancellarlo o riporlo come si farebbe con un gioiello ma eliminarlo si può.

In media, solo circa il 10% delle persone che hanno un tatuaggio considera la sua rimozione ma questa percentuale tende a salire costantemente, così la cancellazione dei tatuaggi con il laser è sempre più richiesta. Ma cosa accade alla pelle successivamente?

Rimozione tatuaggi laser: come funziona?

Quando si fa un tatuaggio, le molecole che compongono l’inchiostro vengono assorbite permanentemente dalla pelle. La rimozione con la tecnica laser comporta la distruzione dei pigmenti di colore riducendo l’inchiostro in polvere.

Grazie all’effetto fotoacustico del laser, le cellule del corpo smaltiscono la polvere (si dice che la pelle le digerisca), facendo scomparire le tracce di inchiostro.

Il laser funziona come una lampada termica, infatti, il suo raggio riscalda le particelle di inchiostro.

Eseguendo questa azione ad una velocità molto elevata, il lato da cui il laser attacca la particella si gonfia ma l’altro lato non ha il tempo di seguirlo e resta freddo.

Questo fenomeno va sotto il nome di espansione termica, di fatto queste sollecitazioni interne finiscono per lacerare l’inchiostro.

Quante sedute per rimuovere un tatuaggio con il laser?
A seconda delle dimensioni del tatuaggio, sono necessarie da 6 a 12 sessioni, distanziate almeno due mesi una dall’altra, per eliminarlo completamente.

Per rimuoverlo, quindi, che si tratti di un tatuaggio artistico o di dermopigmentazione (trucco semipermanente o permanente, ad esempio), è necessario un lasso di tempo medio-lungo, oltre che una serie di attenzioni.

Inoltre, una volta che i macrofagi iniziano a funzionare, ci vuole fino a un anno perché la loro opera sia completa. Il risultato della rimozione del tatuaggio laser, insomma, non è del tutto apprezzabile nemmeno dopo che le sessioni sono terminate.

La pazienza, però, premia sempre: nella stragrande maggioranza dei casi (oltre il 95%), il tatuaggio scompare del tutto, senza lasciare traccia.

Rimozione tatuaggi laser: cosa succede alla nostra pelle dopo le sedute?

Dermoabrasione, trattamento laser o chirurgia: ci sono molti modi per sbarazzarsi di un tatuaggio e farlo scomparire o almeno sbiadirlo. La scelta della tecnica giusta dipende dalle dimensioni, dai colori o dall’eventuale esistenza di allergie.

Il trattamento più popolare e delicato è costituito dal laser, in quanto, molto raramente lascia cicatrici. Tuttavia, può capitare che la pelle dopo la rimozione del tatuaggio presenti vesciche, arrossamento e gonfiore.

A volte si forma anche una crosta sottile, che non va graffiata per non irritare inutilmente la cute. Raramente, le cellule della pelle che producono pigmenti (melanociti) possono essere distrutte, con conseguente ipopigmentazione.

In generale, subito dopo aver rimosso un tatuaggio, la pelle appare più chiara ed è più sensibile ai raggi solari.

Raramente, la rimozione del tatuaggio potrebbe rendere visibili alcune piccole cicatrici: in realtà, non si tratta di una conseguenza del laser bensì del tatuaggio stesso.

Questi segni, infatti, sono rimasti nascosti dai colori ma riemergono una volta che l’inchiostro comincia a sbiadirsi per via del trattamento di rimozione

Si attutiranno da sole, nel tempo.

Creme utili dopo aver rimosso un tatuaggio con il laser
Affinché la pelle si riprenda rapidamente dalla rimozione del tatuaggio con il laser, è consigliata l’applicazione di creme a base di dexpantenolo.

Si tratta di una sorta di precursore della vitamina B5, che ha la capacità di penetrare nella cute e stimolare il suo processo di rigenerazione.

Cosa fare e cosa non fare dopo la rimozione di un tatuaggio

La rimozione del tatuaggio con il laser può essere dolorosa. Provare sensazioni simili al bruciore è un effetto molto comune.

Subito dopo aver rimosso un tatuaggio, tra i 30 minuti e le 3 ore successive alla seduta, episodi di sanguinamento, gonfiore, sbiancamento o arrossamento della pelle sono del tutto normali. Nei 15 giorni successivi, però, bolle e croste cicatrizzanti dovrebbero riassorbirsi.

L’area tatuata, dopo aver rimosso un tatuaggio con il laser, viene in genere bendata per proteggerla dalle infezioni. È una fase, questa, molto delicata e l’attenzione garantisce la riuscita dell’intervento.

Nel dettaglio è assolutamente necessario:

  • evitare la luce solare diretta sulla pelle irritata. Coprire il tatuaggio con indumenti o utilizzare un prodotto solare ad alta protezione (almeno 40) come precauzione;
  • rinunciare a usare saponi e gel doccia almeno per uno o due giorni sulla zona interessata;
  • non utilizzare l’acqua del rubinetto per evitare che la ferita si infetti;
  • raffreddare leggermente la pelle, usando un panno o uno speciale impacco di ghiaccio ed evitando, però, il contatto diretto del ghiaccio sulla cute;
  • sospendere sport, sessioni di sauna, bagni completi o nuoto per una settimana;
  • non toccare o graffiare le croste, che devono cadere da sole.

La zona trattata, inoltre, va tenuta sotto osservazione: infiammazioni, reazioni allergiche o improvvisa comparsa di dolore dopo aver rimosso un tatuaggio con il laser sono campanelli di allarme che rendono consigliabile rivolgersi al medico o al dermatologo.

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rughe d'espressione

Come ridurre le rughe d’espressione: i benefici del peeling

Rughe d’espressione

Compaiono intorno ai 30 anni e a 50 tradiscono i compleanni: le rughe derivano dalla progressiva perdita di elasticità della pelle legata all’avanzare dell’età. Ma si possono ridurre?

Rughe d’espressione: cosa sono?
In teoria, l’avanzare dell’età e la carenza di idratazione sono le cause principali della progressiva comparsa delle rughe sul viso. Nella realtà, però, non è sempre così. A seconda della loro posizione, ognuna di loro ha il proprio nome.

Una prima grossolana distinzione va fatta tra rughe e linee sottili. I solchi da 0,2 a 1 millimetro sono considerate linee sottili. Quando la loro profondità supera 1 millimetro, si parla invece di rughe.

Le rughe d’espressione: dove si formano?

Le rughe sono pieghe o solchi che si creano nella pelle del viso. Si distinguono in:

Rughe dinamiche o rughe d’espressione: appaiono per effetto della contrazione ripetuta dei muscoli del viso. Sono 4 quelle principali:

  • rughe glabellari: si trovano tra le sopracciglia, più le si aggrottano per la preoccupazione, lo stupore o il fastidio, più si accentuano;
  • di gallina: appaiono agli angoli degli occhi e sono causate da movimenti ripetuti del muscolo per chiudere e aprire le palpebre;
  • rughe della fronte: sono anche dette rughe del pensatore e connotano le espressioni di rabbia, ira o concentrazione.

Rughe statiche: sono causate dal rilassamento cutaneo. Si distinguono in:

  • rughe labiomentali: vanno dagli angoli della bocca al mento;
  • rughe della piega nasolabiale: si estendono dai lati del naso alle fossette delle labbra. Appaiono in genere intorno ai quarant’anni;
  • rughe del décolleté: vanno dal mento alla parte inferiore del collo. Possono iniziare ad apparire intorno ai 25 anni e diventano pronunciate intorno ai 35-40 anni.

Le rughe d’espressione: come si formano?
Le rughe d’espressione sono solchi senza età perché non sono legate necessariamente al processo di invecchiamento ma a ripetute contrazioni dei muscoli del viso.

Rappresentano di fatto una modalità di comunicazione e non esiste una particolare cura preventiva.

L’unica premura possibile è legata alla cura della secchezza della pelle e, di conseguenza, dell’elasticità cutanea.

Per cercare di mantenerla invariata nel tempo, occorre ridurre al minimo l’evaporazione cutanea, reidratando il più possibile i tessuti, soprattutto se ci si espone a forti escursioni termiche.

I nemici quotidiani delle rughe d’espressione

Ci sono, poi, abitudini che minano costantemente la salute della pelle del viso e provocano la secchezza della pelle, agevolando la comparsa prematura delle rughe d’espressione:

  • Sole: i raggi ultravioletti rallentano la produzione di elastina nel derma e indeboliscono le cellule dell’epidermide;

 

  • Tabacco: i prodotti tossici contenuti nelle sigarette alterano il sistema di irrigazione dei tessuti e degradano alcuni componenti del derma (acido ialuronico);

 

  • Inquinamento: accelera l’invecchiamento della pelle indebolendo il sistema immunitario;

 

  • Stress: aumenta la produzione di radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento delle cellule;

 

  • Mancanza di idratazione: più la pelle è disidratata, più le rughe sono marcate;

 

  • Mancanza di sonno: accelera l’invecchiamento della pelle allo stesso modo dello stress.

Come ridurre le rughe d’espressione? I benefici del peeling

I peeling leggeri sono noti per appianare linee sottili, irregolarità sulla superficie della pelle e rughe d’espressione: migliorano la qualità della pelle e la luminosità dell’incarnato.

I peeling medi possono trattare le macchie superficiali ma anche le rughe profonde. I peeling profondi apportano un vero e proprio ringiovanimento al viso.

Peeling per le rughe d’espressione: come funziona?

A livello generale, il peeling consiste nell’applicare un acido, più o meno forte, sulla superficie della pelle in modo da eliminare gli strati superficiali.

A seconda dello stadio delle rughe d’espressione da trattare, esistono tre livelli di peeling più o meno aggressivi che agiscono sui solchi del viso.

Peeling a base di acidi della frutta per le primissime rughe d’espressione
Elimina lo strato superficiale dell’epidermide e contribuisce a rendere l’incarnato luminoso, la pelle liscia, a restringere i pori e a unificare l’incarnato.
Questo tipo di peeling può appianare le piccole rughe d’espressione.

Peeling a base di TCA per rughe d’espressione medie
Può essere effettuato dal medico estetico o dal dermatologo: elimina lo strato superficiale dell’epidermide fino allo strato intermedio e rende la carnagione luminosa, la pelle liscia, restringe i pori, uniforma la carnagione ed elimina le macchie.

Questo tipo di peeling può appianare le piccole rughe di espressione e le rughe superficiali legate all’età.

Peeling a base di fenolo per rughe d’espressione profonde
Viene effettuato dal chirurgo estetico in sala operatoria: elimina l’epidermide fino agli strati più profondi. Lo scopo di questo peeling è creare una sorta di bruciatura

L’effetto è una carnagione più luminosa, una pelle più liscia e il restringimento dei pori. L’incarnato torna uniforme e le macchie scompaiono.

Questo tipo di peeling può appianare le rughe d’espressione pronunciate e quelle profonde legate all’età.

Rughe d’espressione: prenota un appuntamento con il dermatologo

La beauty routine è sempre un’ottima opzione ma quando si rivela insufficiente il ricorso al dermatologo è importante: se trattate negli stati iniziali, le rughe di espressione possono essere corrette prima che si renda necessario adottare rimedi più pesanti.

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Laser vascolare agli arti inferiori: il trattamento efficace

I capillari degli arti inferiori

I capillari sono di colore variabile tra il rosso e il blu e la loro comparsa è relativa alla dilatazione dei vasi sanguigni minori che salgono in superficie, in particolar modo, negli arti inferiori.

Il problema della formazione dei capillari è originato dalla sofferenza del microcircolo e le cause sono molteplici: a volte può trattarsi di esposizione a forti fonti di calore, di problematiche legati agli ormoni femminili, all’assunzione di alcool, di vasodilatatori e ipotensivi, a ereditarietà, sovrappeso, depilazione a strappo, abiti stretti, microtraumi.

È bene tenere presente che le lesioni a vene e capillari è una problematica che interessa milioni di uomini e donne in tutto il mondo.

A cosa serve il laser per il trattamento dei capillari?

Il laser serve per eliminare definitivamente i capillari presenti soprattutto nelle gambe e altre tipologie di lesioni che possono manifestarsi sul corpo. Si tratta di una condizione che può colpire chiunque, a prescindere da fototipo, etnia ed età e rappresenta un antipatico inestetismo sia gli per uomini sia per le donne.

È dunque normale che, se i capillari sono presenti sul tuo corpo, tu possa desiderarne l’eliminazione definitiva; sappi che, salvo poche eccezioni, più o meno tutti possono sottoporsi a questo tipo di intervento.

Come funziona il laser per i capillari negli arti inferiori?

Il laser per i capillari che si trovano negli arti inferiori operano tramite lunghezze d’onda a infrarossi e penetrano nella cute senza riscaldare troppo l’epidermide e rischiare di danneggiare il pigmento cutaneo naturale, bensì chiudendo in modo stabile i vasi dilatati.

Il laser usato per trattare i capillari, che presentano tratti più superficiali, sono utilizzati anche per curare le lesioni delle vene di maggiore calibro e quindi più profonde. Le lesioni rispondono a uno specifico livello energetico, la luce passa nella cute e in base al colore, è assorbita dal sangue del vaso trattato. Il senso di calore derivato dall’interazione fa in modo che il vaso si coaguli e si chiuda definitivamente, risolvendo il problema senza intaccare o rovinare il tessuto che lo circonda: il risultato sarà garantito dall’assorbimento della lesione venosa che pertanto sarà destinata a scomparire.

Questo tipo di intervento non richiede di modificare il tuo stile di vita e infatti, dopo esserti sottoposta al laser per i capillari dovrai semplicemente evitare di esporti alle lampade abbronzanti o al sole, bagni caldi e allenamenti intensi che impegnano eccessivamente la muscolatura delle gambe. È tuttavia consigliato di evitare il trattamento nel caso di pelli pigmentate.

Subito dopo esserti sottoposto al laser, per qualche giorno dovrai indossare delle calze a compressione graduata e stare sempre attento a idratare la pelle, il tutto per tenere chiusi i vasi trattati.
Per qualche tempo noterai una lieve pigmentazione marrone della parte trattata, soprattutto nel caso di vasi di largo calibro: non devi preoccuparti, perché si tratta di un effetto collaterale passeggero. Il rossore che interessa la zona scomparirà nel giro di due o tre giorni e forse subito dopo noterai la presenza di crosticine. L’eliminazione definitiva del capillare si nota a distanza di circa 15 giorni, al massimo un mese dal trattamento.

Chi può fare il laser per i capillari e gestione delle sedute

Per sapere se sia possibile sottoporti al trattamento laser per i capillari, sarà necessario conoscere prima la tua storia clinica e fare un’anamnesi completa: occorrerà sapere se ti sei sottoposto ad altri interventi passati e/o a trattamenti chirurgici e se sussistono problematiche venose sottostanti.

Un gel freddo è posto sull’area da trattare, in modo da prevenire il dolore, infatti il trattamento non è affatto dolente; si tratta solo di avvertire un leggero pizzicore passeggero, simile allo schiocco di un elastico.

I capillari agli arti inferiori rosso bluastri o rossastri possono essere trattati anche con una sola seduta della durata di 30 minuti, un’ora al massimo, perché di regola sono abbastanza superficiali. Nel caso siano necessarie più sedute, queste sono eseguite a distanza di un mese l’una dall’altra.

La laser terapia per capillari è sicura e non è affatto invasiva; è tollerata da tutte le persone e solo in specifici casi viene usata la crema anestetica prima del trattamento.

Conclusioni

Ricorda che fragilità capillare e predisposizione alla problematica sussistono anche dopo esserti sottoposto al trattamento, poiché si tratta di una patologia multifattoriale ed evolutiva.

Per evitare recidive devi adottare una serie di consuetudini che ne evitano la formazione: siamo parlando di tenere sotto controllo il peso e prendere la sana abitudine di camminare, assumere molta frutta ricca di antiossidanti, indossare calze a compressione adeguata e abiti idonei, ovvero non troppo stretti e attillati e infine, applicare creme anti edema durante la stagione estiva e assumere flebotonici.

Evita quanto più possibile azioni malsane come sedentarietà, esposizione prolungata al sole, escursioni termiche eccessive, saune, lettini abbronzanti e sostanze alcolico ormonali.

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Microneedling: cos’è e a cosa serve?

Microneedling: in cosa consiste?

Il microneedling, che in italiano si traduce in “micro perforazione”, è una tecnica dermatologica volta al ringiovanimento, basato sulla ripetuta foratura della pelle con dei microaghi.
Questo innovativo trattamento è volto a favorire il rinnovamento cutaneo, avendo come obiettivo quello di generare un nuovo collagene; utilizzato prevalentemente sul viso, aiuta al miglioramento dei tratti della pelle che sono compromessi da rughe, smagliature e pori dilatati.

Il microneedling, dunque, agisce tramite una serie infinita di piccole perforazioni nell’epidermide; la pelle reagisce a queste lesioni generando nuovo collagene e favorendo, di conseguenza, un accelerato rinnovamento delle cellule, migliorando lo spessore e la tonicità della pelle.

Già dal primo trattamento, infatti, è possibile vedere ottimi risultati, in quanto la pelle torna ad essere più elastica e luminosa.
Il microneedling si è dunque affermato sempre di più nel panorama dei trattamenti estetici perché la sua applicazione è poco invasiva e non stravolge la pelle ma, anzi, la stimola a rinnovarsi delicatamente e senza provocare danni.

Come funziona il microneedling

La tecnica del microneedling si avvale di uno strumento apposito, la cui testina è dotata di aghi regolabili, da 0,1 mm fino a 2,5 mm.

Il trattamento inizia con l’applicazione di una crema anestetica che viene fatta agire per circa 20 minuti; a seconda della zona su cui si deve agire, si regola la lunghezza degli aghi, andando poi ad effettuare delle piccole perforazioni che favoriscono l’introduzione di attivi in profondità. Una volta terminata la procedura, l’area interessata al trattamento viene tamponata con una garza sterile, al fine di eliminare le tracce di sangue e poi, infine, viene applicata una crema o gel di acido ialuronico, con proprietà cicatrizzanti.

All’inizio il viso appare lievemente arrossato ed è consigliabile evitare per almeno due giorni l’applicazione di make-up e, per almeno due settimane, l’esposizione ai raggi solari.
Questa seduta ambulatoriale del trattamento dona maggiori benefici se ad essa viene associato il trattamento con mirconeedling cosmetico domiciliare, praticabile anche tutti i giorni.

Con il dermaroller, infatti, è possibile praticare un trattamento fai da te simile al microneedling, ma bisogna fare attenzione; la pratica della micro perforazione deve essere necessariamente eseguita da uno specialista e non può essere in nessun modo eseguita da soli. Con il dermaroller, infatti, si applica semplicemente una sorta di “mantenimento” degli effetti benefici del microneedling ma anche in questo caso ci sono degli avvertimenti specifici da seguire. Innanzitutto il dermaroller che si acquista non deve mai avere aghi che superino il millimetro di lunghezza e in più devono essere sterilizzati e disinfettati con cura sia prima che dopo l’utilizzo.

La procedura ideale è quella di dividere il viso in quattro: fronte, guance, mento e collo; bisognerà poi effettuare leggeri movimenti verticali e orizzontali ed evitare che l’applicazione duri più di due minuti per zona. Generalmente è consigliato non farlo più di due volte alla settimana, evitando che la pelle si stressi troppo anche perché, se i forellini cominciano a sanguinare, è segno che si è abusato troppo di questo strumento.

Vantaggi e controindicazioni del microneedling

Il microneedling ha il particolare vantaggio di essere un avanzato metodo anti-age che riduce i sintomi e i danni della pelle provocati dall’invecchiamento, ma non solo. Grazie a questa tecnica si sono registrati netti miglioramenti anche nella eliminazione o diminuzione di ustioni o di acne, nella riduzione della comparsa di smagliature, nel maggiore assorbimento di acido ialuronico e, in alcuni e rari casi, è adoperato anche per contrastare e migliorare gli effetti della vitiligine e del melasma.

Come ogni trattamento estetico, anche il microneedling non è esente da controindicazioni; è infatti sconsigliato effettuare queste sedute nel caso ci sia una gravidanza in atto, in una fase attiva dell’acne o nel caso si abbiano malattie della pelle, come psoriasi o eczema.

Il microneedling è sconsigliato anche nei casi in cui si contragga herpes labiale o se si abbia fatto di recente una radioterapia.
Tra i sintomi collaterali più comuni c’è la possibilità di contrarre forme lievi di eritemi o desquamazioni, ma facilmente superabili in due o tre giorni.

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needling e microneedling

Needling e microneedling: quali differenze?

L’esposizione costante ai raggi solari e allo smog costringono tantissime persone a cure dedicate per salvaguardare la propria pelle da potenziali patologie. Sebbene esistano prodotti di ottima qualità per tutelare il viso, le soluzioni più indicate sono i trattamenti specializzati. Tra le soluzioni più interessanti e apprezzate degli utenti figurano il needling e il microneedling, nelle prossime righe esamineremo meglio tali tecniche e le loro differenze principali.

Needling e microneedling: soluzione contro gli inestetismi

Prima di analizzare quelle che sono le differenze concrete tra needling e microneedling è opportuno definire tali termini.

La parola needling identifica una tecnica moderna capace di contrastare alcune tipologie di inestetismi cutanei attraverso dei microtraumi, questi ultimi causati alla pelle utilizzando degli aghi molto piccoli. Il processo di ricambio cellulare stimola la produzione di elastina, di collagene e di acido ialuronico donando alla pelle nuova vitalità, visibile soprattutto nella tonicità, compattezza e luminosità.

Il termine microneedling, allo stesso modo identifica l’identico concetto di fondo, cioè quello di un piccolo intervento estetico utilizzando degli aghi sulla cute che stimolano la produzione di elastina, acido ialuronico e collagene.

Anche i professionisti più esperti, per semplificare la comprensione ai propri utenti, utilizzano i termini needling e microneedling come sinonimi, ma in realtà non lo sono, come spiegheremo nelle prossime righe.

Tipologie di needling e microneedling

Entrambe le tecniche possono essere suddivise in tre tipologie differenti: cosmetico, medico e chirurgico.

Cosmetico: l’utilizzo di una tecnica di needling o microneedling cosmetico è quello più semplice, puoi praticarlo anche da solo utilizzando un rullo con degli aghi dedicati. Attraverso il movimento del rullo sulla pelle è possibile ricreare delle microperforazioni, queste aumentano la capacità della pelle stessa di assorbire le creme che vengono applicate quotidianamente. Tale soluzione è consigliata a coloro che hanno già effettuato un trattamento di needling o microneedling medico.

Medico: questa tecnica necessita delle mani di un professionista, viene praticata in ambulatorio usualmente dalle 3-4 sedute in un arco temporale di 45-60 giorni. Da un punto di vista prettamente tecnico le microperforazioni sono più profonde e in molti casi si può incorrere in piccole infiammazioni localizzate che stimolano maggiormente la riparazione delle cellule. Tale processo è ottimo per incrementare esponenzialmente la produzione di collagene a livello del derma e di migliorare la tonicità della pelle.

Chirurgico: quando si esegue un trattamento di needling oppure di microneedling chirurgico viene utilizzato un rullo con aghi molto più lunghi, usualmente intorno ai 3 millimetri. Tale intervento viene effettuato in sala operatoria e in gran parte dei casi vi è la necessità di una piccola sedazione. L’applicazione chirurgica è sicuramente la tecnica più invasiva, questa comporta un leggero sanguinamento, ma allo stesso tempo incrementa la stimolazione dei fattori di riparazione.

A cosa servono il needling e il microneedling

Le tipologie di trattamento evidenziano quelle che sono anche le necessità di chi le utilizza, la gran parte delle persone può affidarsi tranquillamente al needling cosmetico senza sfociare necessariamente in quello medico o chirurgico. Ma a cosa servono principalmente tali trattamenti?

Oltre a ottenere una maggiore tonicità, compattezza e luminosità della pelle, l’impiego di tali tecniche è utile principalmente per quattro motivi: rughe, cicatrici, fotoinvecchiamento e macchie.
Un trattamento di questo genere consente di ridurre o eliminare le rughe intorno alla bocca e agli occhi, a cui si possono legare dei benefici anche alla riduzione estetica di cicatrici post acneiche, soprattutto nei giovani.

Moltissime persone adottano un trattamento di questi tipo anche per riparare i danni causati dal fotoinvecchiamento oppure per rimuovere le macchie scure causate da un’errata esposizione al sole.

Le differenze tra needling e microneedling

Preso atto di quelle che sono le potenzialità di questi trattamenti è giunto il momento di comprendere quali siano le differenze sostanziali.
La principale differenza tra il microneedling e il needling consiste nella lunghezza degli aghi impiegati durante il trattamento. La variazione della lunghezza degli aghi determina quella che è la profondità d’azione sulla pelle, generando due risultati molto diversi tra loro.

Entrando più nel dettaglio della lunghezza degli aghi utilizzati per il trattamento, si intende microneedling quando si applicano aghi dalla lunghezza massima di 0.5 millimetri, mentre per il needling si adoperano aghi dalla lunghezza variabile tra i 0.5 millimetri fino a 3 millimetri.

Un trattamento di microneedling è indicato per chi ha pelli molto giovani, mentre il needling è la soluzione migliore per chi ha rughe diffuse, acne, cicatrici e macchie evidenti sulla cute.

Conclusioni

Sia il needling che il microneedling sono trattamenti volti alla cura degli inestetismi della pelle, il primo sicuramente più incisivo, il secondo adatto anche a coloro che non hanno segni evidenti sul viso. La scelta della tipologia di trattamento, cosmetico, medico oppure chirurgico dipende dalle condizioni della pelle; ogni soggetto può pianificare un piano risolutivo personalizzato in base alle esigenze. Ricordati di rivolgerti sempre ad un professionista!

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Teleangectasie del volto: come trattarle?

Quando parliamo di teleangectasie ci riferiamo a un disturbo degenerativo della pelle non troppo diffuso e non eccessivamente pericoloso. È, però, un disturbo antiestetico quando si presente su parti della pelle visibili come, ad esempio, il viso.

Vediamo, quindi, di cosa si tratta, le cause e i possibili trattamenti legati a questa problematica.

Le principali caratteristiche delle teleangectasie del viso

Le teleangectasie sono delle dilatazioni sottocutanee che colpiscono piccoli vasi capillari causando, così, delle striature diramate che si possono estendere anche ampiamente.

Le cause che determinano la loro comparsa sono varie come, ad esempio, lo stress, le conseguenze di una gravidanza e l’età avanzata. Quindi, si tratta di una degenerazione naturale della pelle che non ha gravità elevata dal punto di vista patologico ma che determina, sicuramente, un importante limite estetico.

Le teleangectasie del viso colpiscono sia gli uomini che le donne. Alcune ricerche, però, hanno dimostrato che per motivi ormonali le donne sono maggiormente soggette a questa degenerazione delle piccole vene e dei capillari presenti sul viso.

Inoltre, anche le persone più giovani possono esserne colpite, anche se in una percentuale minore. Il diametro, in questo caso, è inferiore rispetto alle teleangectasie del viso che colpiscono persone in fasce di età maggiori.

Nei giovani, quindi, il diametro della degenerazione capillare rientra in pochi millimetri, solitamente tra i due e i tre, mentre nei pazienti più anziani la superficie di estensione è decisamente maggiore.

Il problema maggiore è che questa tipologia di problematica non si risolve in modo naturale. Infatti, le teleangectasie del viso si estendono e si diffondono sempre più aumentando la loro presenza sulla pelle.

Proprio per questo motivo, se presenti questa problematica ti consigliamo di intervenire tempestivamente così da fermare la diffusione che potrebbero determinare degli anti-estetismi molto importanti.

Come fare a riconoscere le teleangectasie del viso

Se noti sul tuo viso delle anomalie che possono manifestare sintomi assimilabili alla couperose (ovvero un arrossamento delle prime fasi di generazione dei capillari), osserva la forma, la dimensione e le specifiche caratteristiche della problematica.

Le teleangectasie del viso hanno una particolarità: non presentano un decorso standard. Ci sono, però, dei segnali precisi che consentono di riconoscerle anche se ti consigliamo sempre di affidarti alla consulenza di un dermatologo esperto per una diagnosi accurata.

Per quanto riguarda le caratteristiche iniziali, le teleangectasie del viso inizialmente possono presentarsi come reticolari, lineari, con la forma di piccoli ciuffi che possono farle somigliare a i cosiddetti “angiomi spider” senza il consulto di un dermatologo.

Si tratta, quindi, di un tipo di disturbo non semplice da identificare. Infatti, nell’ambito dermatologico i sintomi sono molte volte simili e soltanto la visita presso uno specialista può darti la certezza della della loro natura attraverso esami istologici.

A differenza degli angiomi e della già citata couperose le teleangectasie del viso possono presentare dei rilievi. Se noti, quindi, sul tuo viso questo specifico sintomo potrai essere quasi certo di trovarti in una fase iniziale che non andrà a scomparire se non intervieni, tempestivamente, tramite intervento di chirurgia estetica.

In generale, però, le teleangectasie del viso non presentano dei sintomi patologici importanti.

La casistica ci dice che possono presentarsi dei pruriti leggeri sull’aera colpita. In alcuni casi rari, invece, potrebbero essere colpiti degli organi interni.

Quando ciò avviene, naturalmente, occorre intervenire tramite l’ausilio di medici specialisti che consentono di limitare delle situazioni molto debilitanti nel caso si venga colpiti in questo modo.

Il principale trattamenti di chirurgia estetica per le teleangectasie del viso

Il settore della chirurgia estetica ha ormai raggiunto dei livelli molto elevati e sicuri. Infatti, vengono utilizzate tecnologie innovative che permettono di ottenere risultati molto precisi ed efficaci.

Un esempio è l’utilizzo della laser terapia, una soluzione molto comune e presente in tanti ambulatori specializzati. Il trattamento tramite questa tecnica consente di ottenere risultati molto efficaci in poco tempo.

La terapia al laser consente di effettuare trattamenti che colpiscono le principali degenerazioni relative a questo preciso disturbo. Grazie a questo tipo di intervento, quindi, è possibile curare questo inestetismo della pelle e anche un eventuale presenza simultanea della couperose.

Questo intervento laser sfrutta delle pulsazioni termiche e ha un’azione molto mirata e selettiva che consente di ottenere il riassorbimento dei capillari degenerati. Questo avviene tramite lo stimolo della pelle generato dal calore localizzato nei punti specifici da colpire.

Nel nostro Paese esistono diversi centri che consentono di curare questa particolare patologia. In questa tipologia di centro si ottengono sempre risultati molto efficaci tramite l’utilizzo della tecnologia laser. I pazienti hanno confermato, infatti, l’efficacia di questo intervento che risolve la problematica anche dopo che il paziente effettua poche sedute.

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VIDEODERMATOSCOPIA: UN ESAME SICURO CON VIDIX

Dermatoscopia e Mappatura

La mappatura dei nei ha permesso di individuare la formazione dei melanomi allo stadio iniziale della loro formazione.

La dermatoscopia in generale è un esame non invasivo che permette di esaminare il derma, con lo scopo di riconoscere anomalie ed eventuali forme irregolari. Con speciali lenti e sistemi di illuminazione (epiluminescenza), è possibile osservare nel dettaglio la formazione del neo e salvando le immagini è sarà possibile osservare eventuali modifiche nel corso del tempo.

Grazie alla ricerca e alle tecniche sempre più innovative si è arrivati all’utilizzo di strumenti potenti ed efficaci che ci permettono di analizzare la cute e prevenire così situazioni avanzate di melanomi.

Videodermatoscopia

La videodermatoscopia digitale computerizzata è un avanzato sistema di diagnosi. Grazie alla potente videocamera è possibile ingrandire le immagini da 7 a 100 volte lo stato originale, ed osservare anche le parti più profonde e non visibili ad occhio nudo.

Questo permette di eseguire una mappatura precisa che consente una diagnosi accurata, precoce e differenziale dei melanomi cutanei.

A differenza di una visita classica dei nei è intuibile che tale strumentazione ha dato una spinta fondamentale per il miglioramento della prevenzione.

VIDIX

Presso gli studi della Dermatologa Pozzi, siamo dotati delle più avanzate tecnologie per assicurare la massima professionalità e qualità, per la sicurezza e salute dei nostri pazienti.

La strumentazione è un apporto fondamentale alle conoscenze del medico, per questo ci avvaliamo solo dei migliori macchinari.

VIDIX è un partner affidabile che, grazie alla nuova Camera, la più piccola e leggera al mondo, con la più alta qualità disponibile sul mercato, siamo in grado di effettuare esami con la massima precisione.

La telecamera VIDIX 4.0 WPT, collegata ad una potente workstation di ultima generazione ci permette di analizzare al momento la situazione del paziente, ma soprattutto di memorizzare ed archiviare le immagini acquisite per una possibile comparazione nel tempo, per un accurato follow-up.

Le immagini in alta risoluzione, grazie alla visualizzazione su schermo con colori fedeli alla realtà e pixel più grandi e luminosi, permettono ai nostri specialisti di analizzare facilmente i nei ed eseguire un’accurata e corretta diagnosi.

Affidati agli specialisti

Fare prevenzione è sempre un aspetto importantissimo ma che spesso trascuriamo. La mappatura dei nei è un esame semplice, rapido e non invasivo che in base alle necessità del paziente andrebbe eseguito almeno una volta all’anno.

Affidati ad uno specialista, sono un medico competente e con le giuste tecnologie saprà consigliarti per una prevenzione ottimale!

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